Ancora una volta il 15 Dicembre, ed esattamente il 15/12/2007 , siamo scesi in piazza, qui a Palermo, perchè ricordare Giuseppe Pinelli, non è una commemorazione , ma un atto d'accusa contro la criminalità del potere.Sappiamo che in quei giorni a Palermo c’è stato chi, pur non essendo né anarchico né libertario, ha ricordato e reso omaggio a Pinelli, e di questo noi siamo grati.

Nucleo "Giustizia e Libertà" Federazione Anarchica SicilianaSezione " Delo Truda " Federazione dei Comunisti Anarchici Palermo

martedì 1 gennaio 2008

LA CRIMINALITA' DEL POTERE

sabato 15 dicembre 2007

LA CRIMINALITA' DEL POTERE
Ricordare le stragi di stato, la strategia della tensione, l’assassinio di Giuseppe Pinelli non significa abbandonarsi a un vuoto rituale della commemorazione.Perché a trentotto anni di distanza, le strategie di chi detiene il potere per intimidire e impedire ogni tentativo di cambiamento a favore delle classi più deboli non sono mutate poi molto.Il 12 dicembre 1969 l’attentato dinamitardo alla Banca dell’agricoltura di Piazza Fontana a Milano sancì l’inizio della strategia della tensione accompagnata da una stagione di lutti e sofferenze in cui lo Stato operò scientificamente per stroncare la vitalità di un’opposizione sociale che, attraverso una sempre maggiore coscienza di classe, portava alle crescenti mobilitazioni di lavoratori e studenti radicalizzando il conflitto in direzione di un profondo miglioramento delle condizioni di vita di tutte e tutti.Gli apparati repressivi, seguendo un copione consolidato, cercarono da subito di scaricare le proprie responsabilità sugli anarchici, e il primo a pagarne le conseguenze fu il compagno Giuseppe Pinelli, scaraventato da una finestra della questura di Milano, durante un lungo ed estenuante interrogatorio svoltosi nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi.Grazie alla ferma volontà degli anarchici affinché si facesse piena luce sull’innocenza di Pinelli e Valpreda, tutto il movimento in Italia riuscì a smascherare la matrice istituzionale della strage di piazza Fontana e, ancora oggi, la storia ha reso giustizia alle vittime innocenti della strategia della tensione identificando nello stato e nella manovalanza fascista gli autori e gli esecutori di quelle tremende pagine della storia recente del paese.Oggi, in un’epoca di crisi e incertezze profonde, il potere gioca la carta della paura, della guerra preventiva su scala nazionale a tutto ciò che può mettere in discussione i privilegi del ceto politico e lo strapotere del capitalismo.L’involuzione autoritaria della democrazia italiana rispecchia bene la scelta delle democrazie mondiali di mettere in pratica una strategia della tensione permanente, che qui si esprime nella guerra al diverso e all’immigrato, nel tentativo di annullare e criminalizzare qualunque opposizione nella società e nei luoghi di lavoro, nel terrorismo psicologico per farci sentire tutti nel mirino di un’insicurezza che è confezionata a tavolino nelle stanze di chi gestisce il potere e manipola l’informazione.I pacchetti sulla sicurezza servono a nascondere le ferite incancrenite di un’Italia in cui i lavoratori muoiono quotidianamente per guadagnarsi da vivere, dove l’unica prospettiva per i giovani è la precarietà o la disoccupazione e non è consentito alzare la testa per manifestare la propria opposizione e la propria voglia di cambiamento.Sappiamo che in questi giorni a Palermo c’è chi, pur non essendo né anarchico né libertario, ricorda e rende omaggio a Pinelli, e di questo noi siamo grati.E oggi, noi scendiamo in piazza perché ricordare Giuseppe Pinelli non è una commemorazione, ma un atto d’accusa contro la criminalità del potere.

Nucleo “Giustizia e Libertà” della Federazione Anarchica Siciliana

Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione “Delo Truda” Palermo

giustiziaeliberta@interfree.it

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lunedì 31 dicembre 2007

IL 15 DICEMBRE 1969 VENIVA UCCISO IL COMPAGNO PINELLI

12 dicembre 1969un ordigno contenente sette chili di tritolo esplode alle 16,37, nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, a Milano. Il bilancio delle vittime è di 16 morti e 87 feriti.Nei giorni successivi alla strage, solo a Milano, sono 84 le persone fermate tra anarchici, militanti di estrema sinistra e due appartenenti a formazioni di destra. Il primo ad essere convocato è il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, chiamato in questura lo stesso giorno dell’esplosione. Dopo tre giorni di interrogatorio non viene contestata, a Pinelli, nessuna imputazione eppure non viene comunque rilasciato. Ad interrogarlo è il commissario Calabresi il quale guida l’inchiesta sulla strage. 15 dicembre 1969,tre giorni dopo l’arresto, Pinelli muore precipitando dalla finestra della Questura. La versione ufficiale parla di suicidio, ma i quattro poliziotti e il capitano dei carabinieri Lo Grano, presenti nella stanza dell’interrogatorio al momento della morte del ferroviere, saranno oggetto di un’inchiesta per omicidio colposo. Verrà poi aperto nei loro confronti un procedimento penale per omicidio volontario. Nei confronti del Commissario calabresi, che non si trovava nella stanza ,si procederà per omicidio colposo. Tutti gli imputati verranno poi prosciolti nel 1975, perché "LO STATO ASSOLVE SEMPRE I SUOI SERVI CRIMININALI


Quella sera a Milano era caldo Calabresi nervoso fumava "tu Lograno apri un po' la finestra"e ad un tratto Pinelli cascò. "Scior questore io ce l'ho già detto lo ripeto che sono innocente, anarchia non vuol dire bombe ma giustizia nella libertà". "Poche storie indiziato Pinelli il tuo amico Valpreda ha parlato è l'autore di questo attentato il suo complice certo sei tu". "Impossibile - grida Pinelli -un compagno non può averlo fatto ma l'autore di questo misfatto tra i padroni dovete cercar". "Stai attento imputato Pinelli questa stanza è già piena di fumo se tu insisti apriam la finestra Quattro piani son duri da far ".L'hanno ucciso perché era un compagno Non importa se era innocente "era anarchico e questo ci basta"disse Guida il fascista questor. C'è un bara e trecento compagni Stringevamo le nostre andiere Noi quel giorno l'abbiamo giurato Non finisce di certo così. Calbresi e tu Guida assassini Che un compagno ci avete ammazzato Questa lotta non avete fermato La vendetta più dura sarà. Quella sera a Milano era caldo Ma che caldo che caldo faceva È bastato aprir la finestra Una spinta e Pinelli cascò.




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